Negli ultimi anni l’Italia si è dimostrata uno dei paesi con il maggiore numero di omicidi contro le persone trans in Europa, uno studio che è stato pubblicato su una rivista scientifica analizza i casi registrati dall’istituto di medicina legale di Milano tra l’anno 1993 e 2012, durante questo arco temporale i casi documentati erano di 20 omicidi nella sola città di Milano. Nel report le vittime risultano in gran numero migranti e sex-workers.

Di questi 20 omicidi che abbiamo citato, il 38% degli assassini era l’attuale o un ex-partner della vittima, un dato che aspramente evidenzia come la violenza transfobica spesso abbia radici sentimentali e relazionali… Questo dato storico sfortunatamente non è isolato, secondo il progetto di monitoraggio internazionale Transgender Europe (TGEU), che tiene conto delle morti per transfobia nel mondo, l’Italia fra il 2008 e 2018 aveva registrato 37 omicidi di persone transgender. In un anno in cui tra il primo di ottobre e il trenta settembre 2018, il report globale contava 369 vittime nel mondo, di cui 5 in Italia. Secondo la stessa fonte, nel 2018 l’Italia risultava seconda in Europa dopo la Turchia per numero di omicidi transfobici segnalati.

Negli anni più recenti l’associazione italiana Arcigay, che monitora i casi di omotransfobia e bifobia segnalati dai media, ha registrato fra maggio 2023 e maggio 2024 ben 149 casi di violenze e discriminazioni ai danni di persone LGBTQIA+.

Le vittime spesso non vengono identificate come trans, i media riportano i deadname ignorando l’identità di genere, oppure gli omicidi non vengono classificati come motivati da transfobia. Per questo motivo, lo studio su Milano sottolineava come sia davvero urgente che la legislazione italiana riconosca esplicitamente che un omicidio motivato da identità di genere è un crimine d’odio.

Ci sono poi sempre più casi di suicidi, di isolamento sociale e di paura quotidiana: non tutte le violenze lasciano segni visibili, ma l’effetto cumulativo delle discriminazioni e del degrado sociale può essere altrettanto letale…

I dati più recenti del 2023-2024 mostrano come l’odio contro la comunità LGBTQIA+ resta molto diffuso e in molti casi non stia affatto migliorando. Questa situazione sottolinea come l’omotransfobia in Italia non è ancora cessata di esistere, anzi colpisce in maniera più sistematica, mirando persone vulnerabili come migranti, sex -worker, giovani e soprattutto rimane ancora nascosta, sottostimata e non denunciata. Ricnoscere le vittime è il primo passo, denunciare le violenze il secondo e pretendere diritti, protezione e visibilità è il lungo cammino che ancora serve…

 

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