A che punto è il pianto di riarmo europeo voluto da Ursula von der Leyen
Proprio questa settimana, martedì 27 maggio, è arrivato il via libera finale dal Consiglio dell’Unione europea al regolamento che stanzia 150 miliardi di euro in prestiti garantiti dal bilancio dell’UE per incrementare la spesa per la difesa. Il regolamento istituisce lo strumento Security Action for Europe (SAFE), uno dei pilastri del piano di riarmo (poi ribattezzato Readiness 2030) varato dalla Commissione europea lo scorso 19 marzo.
Il piano in tutto vale 800 miliardi di euro: Bruxelles ha confermato la sua previsione, e gli Stati membri potrebbero investire fino a 650 miliardi di euro nel settore della difesa entro il 2030, con una deroga temporanea alle rigide regole del Patto di stabilità per aumentare la spesa militare senza incorrere in sanzioni per deficit; poi altri 150 miliardi saranno appunto garantiti con l’emissione di bond della Commissione, per sostenere prestiti agli stati membri.
Il regolamento europeo che istituisce lo strumento SAFE, è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale ieri, il 29 maggio, ed è entrato immediatamente in vigore.
Prima del 19 marzo Bruxelles stava già andando nella direzione di un generale aumento della spesa militare, vista la situazione geopolitica mondiale. Come riportato anche sul sito del Consiglio europeo, tra il 2021 e il 2024 la spesa totale degli Stati membri dell’UE per la difesa è aumentata di oltre il 30%. Nel 2024 ha raggiunto una quota stimata di 326 miliardi di euro, pari a circa l’1,9% del Pil dell’Ue. Già a fine febbraio la previsione era quella di incrementare la spesa militare di ulteriori 100 miliardi di euro in termini reali entro il 2027.
Come funziona lo strumento SAFE per il riarmo europeo entrato in vigore
Il nuovo strumento, con una dotazione di 150 miliardi di euro, fornirà quindi prestiti a lunga scadenza (con una durata massima di 45 anni e un periodo di grazia di 10 anni per il rimborso del capitale) a prezzi competitivi e ben strutturati. L’assegnazione delle risorse avverrà in base alla domanda.
Gli Stati membri che desiderano ricevere prestiti dovranno presentare alla Commissione nei prossimi sei mesi un piano di investimenti dell’industria europea della difesa. Il piano dovrà includere una descrizione delle attività, delle spese e delle misure per le quali lo Stato membro richiede un prestito, dei prodotti per la difesa che intende acquistare e, se del caso, del previsto coinvolgimento dell’Ucraina nelle attività pianificate. La Commissione poi valuterà i piani, che includeranno l’entità del prestito e il prefinanziamento. Il prefinanziamento garantirà il pagamento del sostegno già nel 2025, coprendo le esigenze più urgenti.
Per ridurre la frammentazione nelle capacità di difesa, la Commissione ha proposto che i prestiti siano concessi in presenza di appalti comuni che coinvolgano almeno due Paesi partecipanti. In risposta all’attuale situazione geopolitica e alla dichiarata necessità di investimenti in attrezzature per la difesa, però, il SAFE consentirà anche di effettuare acquisti che coinvolgano un solo Stato membro per un periodo di tempo limitato.
Possono partecipare agli appalti anche i Paesi in via di adesione, i Paesi candidati, i potenziali candidati e i Paesi che hanno sottoscritto un partenariato per la sicurezza e la difesa con l’Ue, come il Regno Unito. Tra questi anche l’Ucraina e i Paesi dello Spazio economico europeo (Norvegia, Liechtenstein e Islanda), che saranno considerati alla stregua degli Stati membri.