Quando scorri TikTok, Instagram o YouTube, le notizie sembrano essere ovunque. Ma il punto è questo: molte di queste semplicemente non sono vere. Che si tratti di teorie del complotto assurde o di drammi inventati sulle celebrità, le false informazioni si diffondono a macchia d'olio, e noi ci ritroviamo invischiati in questo caos.

Perché le fake news ci colpiscono di più

Siamo la prima generazione a crescere completamente online. I social media non sono solo il luogo in cui passiamo il tempo: per molti di noi, è il luogo in cui riceviamo le notizie. Sono rapidi, visivi e si adattano perfettamente al funzionamento del nostro cervello. Ma questo li rende anche un focolaio di informazioni sospette. Agli algoritmi non importa nulla di ciò che è realmente vero: vogliono solo clic, condivisioni e persone incollate allo schermo. Più una storia suona folle, più è probabile che esploda.

Cosa succede? I nostri feed vengono letteralmente inondati di mezze verità e titoli completamente falsi. E poiché sono mascherati da meme, belle immagini o post di influencer di cui ci fidiamo, sembrano autentici.

Le conseguenze sono gravi

Le fake news non sono solo un'innocua barzelletta su internet. Possono interferire con le elezioni, fomentare l'odio e mettere realmente in pericolo le persone. Quando è scoppiato il COVID, dubbi consigli sulla salute erano ovunque online e alcune persone ne hanno sofferto davvero. A livello più personale, la disinformazione distrugge amicizie, famiglie e intere comunità. Come Generazione Z, stiamo già facendo i conti con lo stress, la preoccupazione per il cambiamento climatico e l'incertezza su cosa ci aspetta: l'ultima cosa di cui abbiamo bisogno è cercare di capire cosa è vero e cosa è una totale sciocchezza.

Rafforzare la nostra intelligenza digitale

Qual è la soluzione? Non si tratta di staccare la spina: il nostro mondo online non è destinato a scomparire. Ciò di cui abbiamo bisogno è un'adeguata competenza digitale: essere in grado di mettere in discussione le cose, verificare i fatti e riflettere attentamente su ciò che vediamo online.

Ciò significa chiederci: chi ha pubblicato questo? Da dove l'ha preso? Ci sono prove concrete? Significa prendersi un momento prima di cliccare su "Condividi". E significa preoccuparsi più di fare le cose per bene che di essere i primi.

Scuole e università stanno lentamente iniziando a insegnare queste cose, ma la Generazione Z non sta ad aspettare. Gruppi online, organizzazioni giovanili e persino i creatori di TikTok stanno già mostrando ai loro amici come verificare i fatti e riconoscere le fake news.

I giovani fanno la differenza

La nostra forza sta nel far sentire la nostra voce. Non ci limitiamo a consumare contenuti, li creiamo anche. Quando denunciamo le fake news, condividiamo fonti affidabili e ci rifiutiamo di interagire con assurdità clickbait, stabiliamo lo standard per ciò che appare nei nostri feed. Quando scegliamo l'onestà, questo contagia i nostri amici, i nostri follower e le nostre community.

E funziona davvero. Le ricerche dimostrano che i giovani sono più diffidenti nei confronti dei contenuti online rispetto alle generazioni più anziane. Siamo cresciuti circondati da fake news e, invece di accettarle e basta, molti di noi stanno reagendo.

Guardando il quadro generale

La disinformazione non scomparirà presto: continuerà a cambiare con la stessa rapidità della tecnologia. Ma la Generazione Z ha le competenze, la creatività e il coraggio per affrontarla. Si tratta di creare una cultura in cui la verità sia davvero importante, in cui condividere responsabilmente sia la norma e in cui le piattaforme rispondano a ciò che promuovono.

Contrastare la disinformazione non significa solo schivare le bugie. Si tratta di proteggere la democrazia, costruire fiducia e creare un futuro migliore. E quel futuro dipende da noi.

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