Per i bambini e gli adolescenti di oggi, essere online è del tutto normale. Ma dietro le app divertenti e colorate si nascondono cose che possono seriamente compromettere la mente, il corpo e la crescita dei giovani. Un nuovo rapporto ECAT fa luce sulla complessa relazione tra le piattaforme online e la salute di bambini e adolescenti.

I bambini passano molto più tempo a fissare gli schermi rispetto al passato. Dal 2010, il tempo medio che i ragazzi dai 9 ai 15 anni trascorrono ogni giorno sui dispositivi digitali è più che raddoppiato, raggiungendo circa 3 ore! E non si tratta solo di scorrere senza pensarci: oltre l'80% dei giovani europei è sui social media ogni giorno, dove viene bombardato da algoritmi, pubblicità e contenuti che potrebbero non essere adatti alla loro età.

Gli esperti dell'ECAT , un'unità di ricerca del Centro Comune di Ricerca (JRC), hanno deciso di analizzare questo fenomeno con precisione scientifica. Nell'autunno del 2024, sono state organizzate due tavole rotonde, che hanno riunito ricercatori di alto livello per analizzare l'impatto delle piattaforme online sui giovani.

Per i bambini e gli adolescenti di oggi, internet è solo una parte della vita. Ma dietro le app divertenti e colorate si celano elementi che possono seriamente compromettere la mente, il corpo e la crescita dei bambini. L'ultimo rapporto ECAT fa luce sulla complessa relazione tra le piattaforme online e la salute di bambini e adolescenti.

Vulnerabile al centro degli algoritmi

Bambini e adolescenti si trovano in una fase cruciale dello sviluppo cerebrale, in cui imparano a gestire le proprie emozioni, i propri impulsi e a prendere decisioni. Allo stesso tempo, trascorrono sempre più tempo sui social media, e la quantità di tempo che trascorrono su queste piattaforme aumenta notevolmente tra i 9 e i 16 anni.

Questo rende i giovani utenti particolarmente vulnerabili alle funzionalità progettate per gli adulti. Un esempio sono i sistemi di raccomandazione: si tratta di algoritmi che suggeriscono contenuti in base a ciò su cui l'utente ha cliccato in precedenza. Sebbene possano essere utili per trovare nuove informazioni, possono anche esporre i bambini a contenuti inappropriati e incoraggiare comportamenti compulsivi.

Le aziende di social media guadagnano dalla pubblicità, quindi progettano le loro piattaforme in modo che gli utenti scorrano il più a lungo possibile. Per i bambini, questo può portare a danni fisici e dipendenza, con effetti a lungo termine. I bambini trascorrono molto più tempo davanti agli schermi rispetto al passato. Dal 2010, il tempo medio che i ragazzi dai 9 ai 15 anni trascorrono ogni giorno sui dispositivi digitali è più che raddoppiato, raggiungendo circa 3 ore.

Già oggi più di 8 giovani europei su 10 accedono ogni giorno ai social media, immergendosi in una realtà plasmata da algoritmi, pubblicità e contenuti non sempre adatti alla loro età.

L'ombra della depressione, dell'ansia e dei disturbi alimentari

Una ricerca presentata dall'ECAT dimostra che l'uso dei social media è associato a una serie di problemi di salute, dall'ansia e dalla depressione, all'autolesionismo e ai disturbi alimentari, fino ai disturbi del sonno. L'esposizione prolungata agli schermi colpisce, tra le altre cose, la corteccia prefrontale e l'amigdala, aree del cervello responsabili dell'autocontrollo, delle emozioni e dell'elaborazione dello stress.

Le preoccupazioni relative all'immagine corporea sono un problema molto sentito dai ricercatori. I bambini vengono bombardati online da foto con filtri e corpi perfetti, che possono farli sentire male con se stessi e portare a disturbi alimentari.

Gli esperti sono anche preoccupati per la correlazione tra social media e consumo di alcol . È difficile dire se l'uno sia la causa dell'altro, ma è sicuramente un aspetto che necessita di ulteriori ricerche.

Lacune nei dati e sfide della ricerca

Uno dei maggiori problemi nell'analisi dell'impatto dei social media sui bambini è la mancanza di dati a lungo termine. La maggior parte degli studi si concentra solo sugli effetti a breve termine, ma le conseguenze reali potrebbero non manifestarsi per anni.

È anche una questione complessa: i social media influenzano i bambini in modo diverso a seconda dell'età, del sesso, delle competenze sociali e del modo in cui utilizzano le piattaforme. Non ci sono prove chiare che i social media causino direttamente problemi di salute mentale, in parte a causa di altri fattori che potrebbero avere un ruolo.

Ecco perché i ricercatori del JRC suggeriscono un approccio che utilizzi conoscenze provenienti da diversi campi, come la tecnologia, lo sviluppo infantile, l'istruzione e le politiche pubbliche. Capire cosa rende i giovani vulnerabili ai contenuti online può contribuire a creare regole e programmi educativi migliori in futuro.

Verso un futuro digitale più sicuro

In futuro, gli scienziati monitoreranno attentamente gli effetti a lungo termine dei social media sui bambini: studieranno tutto, dal funzionamento dei sistemi di verifica dell'età ai cambiamenti che i social media apportano al cervello. Allo stesso tempo, è fondamentale insegnare ai bambini come funzionano le piattaforme digitali e come utilizzarle in modo responsabile.

Gli adulti – genitori, insegnanti e chi definisce le politiche – devono assicurarsi che la tecnologia aiuti i bambini a crescere, invece di creare problemi. Il rapporto ECAT rappresenta un ulteriore passo avanti verso un internet più sicuro e intelligente, soprattutto per i bambini.

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