Secondo i dati dell'Agenzia Anadolu , nel periodo dal 2013 al 2023, in Bosnia-Erzegovina sono state uccise più di 70 donne. Nel 2024, 13 donne sono state assassinate dai loro parenti o partner maschi. In un Paese così piccolo, queste statistiche sono un pugno nello stomaco. Soprattutto perché non esiste una fonte univoca per queste statistiche, quindi alcuni di questi crimini violenti potrebbero essere passati inosservati ai media.
Un omicidio particolarmente brutale, avvenuto nel 2023, in cui l'assassino, Nermin Sulejmanović, uccise la moglie, Nizama Hećimović, in diretta streaming, suscitò indignazione nazionale. Tutto ciò spinse "Glas Žene" (La voce di una donna), un'organizzazione che si dedica ad aiutare le donne, insieme alle organizzazioni partner, a presentare petizioni per una legge contro il femminicidio. È così che è nata la loro campagna "Non moriremo in silenzio".
Infine, il 28 maggio 2025, una camera dell'Assemblea parlamentare della Bosnia ed Erzegovina – la Camera dei rappresentanti della Federazione di Bosnia – ha modificato il codice penale riconoscendo l'omicidio di genere come reato specifico e distinto all'interno di questa entità. Con questa nuova legge, l'omicidio di una donna è considerato omicidio aggravato, punibile con un minimo di 10 anni di carcere, con pene ancora più severe in situazioni in cui la vittima abbia subito abusi in passato.
Il 16 giugno 2025 la Camera dei Popoli, l'altra Camera, ha adottato questo emendamento con 45 voti.
Poiché la Bosnia-Erzegovina ha uno dei sistemi politici più complessi, questo emendamento dovrà essere approvato definitivamente da un'Assemblea parlamentare alla quale saranno presenti rappresentanti di entrambe le camere.
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Sebbene la Bosnia-Erzegovina abbia ratificato la Convenzione di Istanbul, un trattato sui diritti umani che contrasta la violenza contro le donne, nel 2013, non ha riconosciuto l'omicidio di genere come reato a sé stante. In passato, era considerato omicidio, punibile fino a 20 anni di carcere, o "omicidio aggravato", con pene dai 20 ai 45 anni.
Tuttavia, la realtà di queste pene era ben diversa. Le pene erano spesso molto più brevi, il che non scoraggiava i colpevoli dal commettere ulteriori atti di violenza.