Virginia Kouridaki per JAEurope

Quando si parla di icone globali, Bruxelles potrebbe non vantare la grandezza di Parigi o Roma, ma vanta un trio di statue singolarmente sfacciate e sfacciatamente sensibili alla vescica. Ecco le famose statue di Bruxelles che fanno pipì, ambasciatrici non ufficiali di stravaganza e irriverenza.

La prima stella di questo eccentrico trio non è altro che Manneken Pis: un piccolo bambino di bronzo, congelato nel tempo, che si svuota in una fontana. Questo piccolo personaggio iconico sgocciola dal XVII secolo, diventando rapidamente un simbolo dello spirito belga: giocoso, malizioso e deliziosamente irriverente. I turisti lo adorano non solo per il suo fascino malizioso, ma anche per il suo guardaroba degno di una celebrità. Nel corso degli anni, è stato vestito di tutto, da pompiere a Elvis Presley, aggiungendo un tocco di stile al suo status già leggendario.

Ma il Manneken Pis non è solo una statua: è una fonte inesauribile di folklore. Nel corso dei secoli, sono nate innumerevoli leggende metropolitane che spiegano perché questo ragazzino venga sempre colto in flagrante. Una delle storie più popolari racconta un episodio eroico durante un assedio nel XIV secolo. Secondo la leggenda, un ragazzino salvò Bruxelles urinando su una miccia, spegnendo le fiamme di un ordigno esplosivo e sventando i piani del nemico. Un'altra leggenda lo dipinge come il burlone per eccellenza: il figlio di un ricco mercante che si allontanò durante una festa e fu poi trovato a fare i suoi bisogni in un giardino, con grande divertimento di tutti.

Un altro racconto bizzarro suggerisce che il Manneken Pis sia stato commissionato da un padre che perse il figlio in città. Dopo una frenetica ricerca, il bambino fu trovato mentre faceva pipì in un angolo, e il padre, sollevato, immortalò il momento in bronzo. Che si tratti di un eroe, di un burlone o semplicemente di un bambino dispettoso, queste storie aggiungono strati di fascino e mistero alla statuetta più famosa di Bruxelles.

Pur non essendo una che monopolizza la scena, Manneken Pis ha trovato compagnia negli anni '80 con l'arrivo di Jeanneke Pis. Non si tratta di una donzella in pericolo: è una ragazzina tozza in piedi, appollaiata con sicurezza sui talloni, come a sfidarti a giudicarla. Nascosta in un vicolo vicino a Rue des Bouchers, Jeanneke non gode dello stesso status di culto della sua controparte maschile, ma aggiunge un tocco di parità di genere alla bizzarra scena artistica urinaria di Bruxelles.

Jeanneke porta anche un tocco di tradizione nel suo angolo di città. I ​​visitatori spesso lanciano monete nella fontana ai suoi piedi, un gesto che si dice porti fortuna o esaudisca un desiderio. È un rituale affascinante che aggiunge un elemento interattivo alla sua presenza, rendendola non solo una statua, ma un simbolo di speranza e generosità.

Facciamo un salto agli anni '90 ed ecco Zinneke Pis, l'interpretazione più democratica della pipì in pubblico in città. A differenza dei primi due, Zinneke non è collegato a una fontana. È un cane, colto in un momento familiare a ogni proprietario di animali domestici: zampe anteriori abbassate, zampa posteriore sollevata e nessuna vergogna. Posizionato con nonchalance all'angolo tra Rue des Chartreux e Rue du Vieux Marché aux Grains, Zinneke celebra l'atteggiamento rilassato e libero di tutto della cultura di Bruxelles. È lì, tintinna e, no, non gli importa se lo stai guardando.

Dalle leggende più impertinenti alle tradizioni più sentite, le statue di Bruxelles che fanno pipì sono più di semplici monumenti eccentrici. Sono una celebrazione dell'umorismo, della storia e dell'umanità, un promemoria che anche le figure più piccole possono lasciare un segno indelebile. Dopotutto, chi avrebbe mai pensato che un bambino, una bambina e un cane sorpresi a fare pipì potessero diventare icone culturali, attirando milioni di visitatori e innescando innumerevoli conversazioni? A volte, è l'inaspettato a fare davvero colpo.

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