Il Comitato delle Nazioni Unite contro la tortura ha espresso serie preoccupazioni circa il trattamento dei palestinesi nelle carceri israeliane, segnalando che dall'ottobre 2023 le pratiche crudeli sono diventate istituzionalizzate. Allo stesso tempo, altri organismi delle Nazioni Unite stanno documentando crimini di guerra e crimini contro l'umanità, tra cui attacchi alle strutture mediche a Gaza e il brutale trattamento dei detenuti palestinesi.

Politica statale di tortura di fatto

Nel 2025, il Comitato delle Nazioni Unite contro la tortura ha sottolineato che Israele attua una "politica statale di fatto di tortura e maltrattamenti organizzati e di massa". Il comitato ha invitato le autorità israeliane a istituire una commissione investigativa indipendente e ad attuare riforme legali essenziali.

In precedenza, nel 2024, la Commissione d'inchiesta delle Nazioni Unite sui Territori Palestinesi Occupati aveva concluso che Israele aveva commesso crimini di guerra e crimini contro l'umanità attraverso attacchi alle strutture mediche di Gaza e maltrattamenti ai danni dei prigionieri. Questi abusi sono stati collegati a direttive di alti funzionari governativi, tra cui i regolamenti emanati dal Ministro della Sicurezza Nazionale Itamar Ben-Gvir in merito alle condizioni carcerarie.

Metodi e portata della detenzione

L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani (OHCHR) ha documentato la detenzione di migliaia di palestinesi dal 7 ottobre 2023, almeno 53 decessi sotto custodia israeliana e diffusi modelli di maltrattamenti considerati tortura.

Investigatori delle Nazioni Unite e organizzazioni per i diritti umani segnalano pratiche classificate come tortura o trattamenti crudeli, inumani e degradanti. Tra queste, vi sono percosse violente, posizioni di stress forzato, scosse elettriche, annegamento simulato, attacchi di cani, costrizioni prolungate, privazione di cibo e acqua e violenza sessuale e di genere, talvolta combinate con bendaggi e nudità forzata.

Gli osservatori delle Nazioni Unite per i diritti dell'infanzia rilevano ripetuti modelli di tortura contro i bambini, tra cui isolamento, scosse elettriche, ammanettamento, privazione dei bisogni primari e violenza sessuale. Il Comitato contro la tortura evidenzia l'uso di disposizioni che prevedono la qualifica di "combattente illegale" e la detenzione di massa di minori, donne incinte e anziani.

Lacune legali e mancanza di responsabilità

Il comitato sottolinea che Israele non dispone di una legge anti-tortura separata, allineata alla Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura, e consente la difesa della "necessità", che può proteggere i funzionari che esercitano pressioni fisiche durante gli interrogatori. Le Nazioni Unite segnalano una "quasi totale" mancanza di indagini o procedimenti penali efficaci per presunti casi di tortura e maltrattamenti, compresi quelli che hanno portato alla morte. La Commissione d'inchiesta ha collegato le dure pratiche carcerarie alle direttive ministeriali e alle dichiarazioni pubbliche provocatorie, indicando un ambiente che incoraggia, anziché prevenire, gli abusi.

Gli organismi delle Nazioni Unite chiedono a Israele di criminalizzare esplicitamente la tortura, abolire la difesa della "necessità", rivelare e vietare le "misure speciali" abusive e istituire una commissione indipendente per indagare sulle accuse e chiamare a risponderne i responsabili, compresi gli alti ufficiali. Chiedono inoltre la fine delle detenzioni arbitrarie e di massa di palestinesi, in particolare bambini, e il rispetto delle direttive della Corte Internazionale di Giustizia per porre fine all'occupazione illegale.

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