Il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato che il suo Paese è pronto a riprendere i test sulle armi nucleari se gli Stati Uniti decideranno di porre fine alla moratoria in vigore da oltre tre decenni. La dichiarazione è arrivata in risposta alle dichiarazioni del presidente Donald Trump , che ha recentemente dichiarato di aver ordinato al Pentagono di riprendere "immediatamente" il programma di test nucleari degli Stati Uniti.

Durante l'ultima riunione del Consiglio di sicurezza russo, Putin ha ordinato ai ministri e ai capi dell'intelligence di preparare "proposte coerenti riguardo a possibili passi verso la ripresa dei test". Ha sottolineato che la Russia sarebbe "obbligata ad adottare misure reciproche" se uno dei firmatari del Trattato sulla messa al bando totale degli esperimenti nucleari ( CTBT ) conducesse un nuovo test.

"Darò istruzioni al Ministero degli Affari Esteri, al Ministero della Difesa, nonché alle agenzie civili e ai servizi segreti competenti di raccogliere informazioni, analizzarle e presentare proposte per possibili passi iniziali", ha affermato Putin , secondo una trascrizione pubblicata dal Cremlino.

La Russia non conduce test nucleari dal 1991, anno del crollo dell'Unione Sovietica. Tuttavia, le tensioni tra Mosca e Washington, le due maggiori potenze nucleari mondiali, sono aumentate drasticamente nelle ultime settimane. La decisione di Trump di riprendere i test è arrivata pochi giorni dopo aver criticato Mosca per aver testato il nuovo missile Burevestnik , un'arma a propulsione nucleare in grado di trasportare una testata nucleare.

Risposta russa e potenziale sito di test

Il ministro della Difesa Andrei Belousov ha dichiarato durante l'incontro che le azioni degli Stati Uniti "aumentano significativamente il livello di minaccia militare nei confronti della Russia" e ha sottolineato che è essenziale mantenere le forze nucleari russe "in uno stato di prontezza per infliggere perdite inaccettabili a un avversario".

Secondo Belousov, il sito di test sulla Novaya Zemlya nell'Artico rimane tecnicamente operativo e potrebbe essere riattivato "in breve tempo". Il capo di stato maggiore generale Valery Gerasimov ha avvertito che la mancanza di risposta da parte della Russia "potrebbe privare il Paese della capacità di rispondere adeguatamente a tempo debito".

Il Cremlino non ha fissato una scadenza per l'elaborazione delle raccomandazioni. Il portavoce Dmitrij Peskov ha dichiarato all'agenzia di stampa TASS che la Russia "non prenderà decisioni affrettate" finché non avrà piena chiarezza sulle reali intenzioni degli Stati Uniti.

Contesto: tre decenni di silenzio nucleare

L'ultimo test nucleare statunitense ebbe luogo nel 1992, dopo che il presidente George H.W. Bush introdusse una moratoria rimasta in vigore da allora. Dall'apertura del CTBT nel 1996, solo tre paesi hanno effettuato esplosioni nucleari: India e Pakistan nel 1998 e la Corea del Nord, cinque volte tra il 2006 e il 2017.

Sebbene la decisione di Trump rimanga vaga (non è chiaro se si riferisca ai test esplosivi o solo ai test di volo dei sistemi di lancio di missili nucleari), gli analisti avvertono che anche azioni simboliche potrebbero destabilizzare il fragile ordine nucleare che esiste dalla fine della Guerra Fredda.

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